INTERVISTA A GIUSEPPE ZORZI
Gli eventi della Settimana della Cultura Italiana nel mondo hanno toccato diverse tematiche. L’Uruguay ha offerto un’interessante iniziativa riguardo un aspetto della vita italiana che attualmente attraversa una gravissima crisi di legittimità: la politica.
Il Circolo dei Trentini ha organizzato due incontri con Giuseppe Zorzi, presidente della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi. Attraverso la figura dello statista democristiano è stata analizzata un periodo fondamentale della storia politica e sociale dell’Italia contemporanea.
L’obiettivo della Fondazione è far conoscere il pensiero di De Gasperi <<attraverso nuove forme di comunicazione, non semplicemente in forma tradizionale>>.
-Come ha influito la cultura trentina nell’operato politico di Alcide De Gasperi?
-E’ stata senza dubbio fondamentale. Siamo una terra di confine, soggetta storicamente a varie influenze culturali che offrono due possibilità: chiudersi o aprirsi al confronto. Storicamente, quando ci si è orientati verso la seconda iniziativa si sono ottenuti i migliori risultati. Tutto ciò non è per niente facile e costituisce una sfida a cui ha contribuito notevolmente De Gasperi.
Bisogna considerare l’ambiente in cui è nato il presidente democristiano per comprendere il suo pensiero politico. Nasce sotto l’Impero Austro Ungarico, che era uno stato multietnico dove si parlavano 11 lingue, e matura la prima esperienza parlamentare. Poi, dopo la prima guerra mondiale, arriva in Parlamento a Roma. A causa del suo antifascismo sarà costretto all’esilio tra il 1928 ed il ’43. Tutto questo è De Gasperi: storie diverse, che costituiscono una grande grandezza.
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