Archivio per la categoria ‘Università’

Fabio Polticelli è un professore di biochimica presso l’Università Roma Tre. Si trova in Uruguay per un seminario organizzato dall’Università della Repubblica. Parla a Spazio Italia della difficile situazione che sta attraversando la ricerca negli ultimi anni.

Fabio Polticelli

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Riflessioni filosofiche su potere mafioso e rivolta sociale (4)

Rivolta e Libertà

Ipotizzare una rivolta contro un dominio (mafioso) può risultare più facile per coloro che risiedono lontani dai territori oggetto del controllo, una realtà diversa invece è quella che vivono le persone che quotidianamente risiedono in quei territori e stanno a contatto con la società, ne ascoltano le voci e ne respirano l’aria tutti i giorni.

In questo i giornalisti a differenza dei magistrati (nella maggior parte dei casi tutelati dallo stato con la scorta) costituiscono un punto di svolta. Un atto rivoltoso, ogni qual volta non ci si autocensura pubblicando una notizia vera e scomoda, rimbomba sulla società talvolta anche più efficacemente delle singole inchieste della magistratura. Poiché un giornalismo libero e coraggioso può generare dibattiti nella società.

Può essere utile in questa sede riprendere il pensiero di Albert Camus, scrittore e filosofo franco-algerino che quasi sessanta anni fa immaginava una nuova rivolta in contrapposizione con le rivoluzioni del Novecento sfociate nel sangue e nell’orrore.

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Riflessioni filosofiche su potere mafioso e rivolta sociale (3)

Legittimazione e Rassegnazione

Il termine Istituzione richiama il concetto di immobilità, ossia di qualcosa che resta fermo, che sta: la parola latina institutio infatti deriva dal verbo instituire cioè stabilire, porre. Indica un qualcosa che sta alla base, che rimane anche quando tutto il resto cambia. L’istituzione-mafia è sopravvissuta ad innumerevoli mutamenti storici quali il fascismo, le due guerre mondiali, la guerra fredda, il Sessantotto, la prima repubblica (le prime presenze della ‘ndrangheta in Calabria risalgono al 1884.)

In tutti questi anni si è progressivamente accettata questa forma di autorità grazie alla rimozione delle domande di legittimità in un fenomeno che Stanley Cohen chiama Diniego culturale. Tale fenomeno si verifica quando <<nella società si giunge ad accordi non scritti su cosa possa essere pubblicamente ricordato e riconosciuto>>.

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Riflessioni filosofiche su potere mafioso e rivolta sociale (2)

Accettare il dominio mafioso?

Max Weber definì tradizionale la tipologia di dominio conferita in base a <<credenze quotidiane>> diffuse e ripetute nel tempo, ritenute <<valide da sempre>>. Nella società dominata dall’organizzazione mafiosa il dominio weberiano potrebbe essere tradotto così: “si deve obbedire al potere mafioso perché è stato sempre così e continuerà ad essere uguale”. Ossia, si prova rassegnazione.

Quando un dominio dura abbastanza nel tempo riesce a istituzionalizzarsi. Mary Douglas definisce l’ istituzione come il <<raggruppamento sociale [la cui autorità] è legittimata>>. Nella istituzione mafiosa, invece, si potrebbe aggiungere che l’autorità appare legittimata (come definito da Roberto Escobar, ma in un contesto diverso da quello mafioso). Questa legittimazione avviene ovviamente grazie alla rimozione delle riflessioni sull’origine di tale obbedienza.

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Riflessioni filosofiche su potere mafioso e rivolta sociale (1)

La criminalità organizzata esercita sulla società calabrese una particolare forma di dominio, avendo contemporaneamente i tratti della Potenza, del Potere e dell’ Autorità.

La Potenza  si basa sul comportamento del dominato, al quale corrisponde la volontà del dominante (il boss). Ma questa volontà si realizza solo per la minaccia della violenza mafiosa: in pratica, è la paura il sentimento che mi spinge a pagare il pizzo, perché disobbedendo troverei la mia proprietà bruciata o potrei essere ucciso.

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Il 2010 è stato una anno difficile per la libertà di informazione in Calabria. Notevoli atti intimidatori hanno minato il lavoro di numerosi giornalisti.

Una tesi di ricerca per l’Università degli studi di Milano – relatore prof. Nando Dalla Chiesa – porta nuovi elementi per comprendere il fenomeno.

A ostacolare la libertà di informazione in questa regione non è soltanto la mafia, ma un sistema composto da vari soggetti e altri gruppi di potere non sempre identificabili.

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