Italia e Uruguay: “Una storia da condividere”

Pubblicato: 17 ottobre 2013 in Arte & Cultura, Italiano
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“Italia Uruguay ad occhi aperti” è il titolo della mostra fotografica di Marco Pejrolo presentata presso l’Istituto Italiano di Cultura di Montevideo. È un progetto nato dall’esperienza con Assemblea Teatro, consiste in scatti trittici ed è incentrato sulle analogie tra i due paesi.

Cultura italiana in Uruguay

Arriva in Sud America la mostra di Marco Pejrolo, dopo le tappe a Monaco e a Torino, città natale dell’artista. È il terzo capitolo del progetto fotografico “Stre3t” iniziato nel 2012. “È un’esposizione pensata per l’Uruguay con scatti trittici” racconta Pejrolo.

Cultura italiana in Uruguay

“Il 3 è il numero elementare minimo per cominciare a costruire un’immagine” spiega l’artista italiano trapiantato in Germania. Ogni serie di immagini è stata scattata nello stesso posto, in uno dei due paesi. Ciò porta anche alla difficoltà nel capire il luogo di origine dello scatto. Molte fotografie sono mischiate proprio per lasciarsi stupire dal trittico.

Cultura italiana in Uruguay - Marco Perjolo

L’auspicio del fotografo è chiaro: “La foto è viva, deve continuare a stimolare chi guarda”. “Inoltre, lo spettatore dovrebbe fare un lavoro di ricostruzione e di ricucitura”.
Marco Pejrolo lavora con Assemblea Teatro, storico gruppo teatrale torinese nato nel 1969. A livello internazionale ha presentato spettacoli in vari paesi: in America Latina, tra cui Argentina e Cile, ed in Europa (Francia e Germania). Molto del materiale esposto in questa mostra risale alle tournée con la compagnia teatrale nel paisito sudamericano.

“L’idea della mostra”, confessa Pejrolo, “è nata dalle analogie che vedo tra le due nazioni”. “L’Uruguay ha molta storia da condividere con l’Italia. Oggi, per via della crisi, vedo una frequenza emotiva simile, una sorta di malinconia”. “Girando per strada, mi cattura una certa solitudine, una tristezza. Ho la sensazione che molte persone stiano perdendo la consapevolezza di essere esseri sociali. Sembra che non abbiamo più bisogno delle relazioni sociali. Ciò lo vedo sopratutto in Italia”.

Cultura italiana in Uruguay

In alcuni scatti si può dedurre anche una sottile ironia. “Mi piace proporre al pubblico un viaggio. Ciascuno lo interpreta come vuole”. In questa esposizione si nota subito una caratteristica: le foto sono di piccole dimensioni, portano ad una maggiore vicinanza con lo spettatore a differenza delle immagini più grandi che hanno bisogno di una di distanza per essere osservate bene. “È un fenomeno collettivo” afferma il fotografo.

Cultura italiana in Uruguay“È un’operazione abbastanza unica perché si focalizza tra i due paesi” commenta Michele Gialdroni, Addetto Reggente dell’Istituto Italiano di Cultura. “Abbiamo una fotografia narrata; è, in un certo senso, interattiva. Tra l’altro si presta anche ad un gioco: scoprire la nazione” conclude Gialdroni.

La mostra, presentata il 3 ottobre, rimarrà aperta al pubblico fino al 31 ottobre, da lunedì a giovedì dalle ore 16 alle 20.

Cultura italiana in Uruguay

Presente alla serata anche Renzo Sicco, autore e regista di Assemblea Teatro, il quale sottolinea: “C’è un gioco narrativo in questi scatti, il nostro occhio non guarda il paesaggistico ma il dettaglio”.

Cultura italiana in Uruguay - Renzo Sicco

Sicco riafferma l’importanza di portare una mostra in Uruguay: “Noi amiamo molto l’America Latina, abbiamo avuto la fortuna di poter fare tantissimi spettacoli in questo continente”. “Il nostro approccio si basa sul confronto e non su un’idea colonialista che portano avanti molti nostri connazionali”. “È vero”, continua Sicco, “l’Italia è il paese con più patrimoni dell’umanità e siamo orgogliosi delle nostre radici. Tuttavia, chiudersi in se stessi non porta a niente”.

In questo periodo Assemblea Teatro sta portando in scena lo spettacolo teatrale “El funeral de Neruda”, basato sugli ultimi giorni di vita (poco conosciuti) del grande poeta cileno.

Cultura italiana in Uruguay

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