Omaggio a Giuseppe Verdi, “straniero” in patria

Pubblicato: 1 luglio 2013 in Italiano, Musica
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In occasione del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, l’Istituto Italiano di Cultura di Montevideo rende omaggio al celebre compositore italiano attraverso un ciclo di 4 opere.

Omaggio Giuseppe Verdi

L’iniziativa, inaugurata mercoledì 5 giugno, vede la collaborazione del Maestro uruguaiano (di origine italiana) Julio César Huertas Scelza, il quale ha ricevuto 2 importanti onorificenze dall’Italia negli ultimi anni: Ambasciatore della cultura toscana nel mondo per via delle sue origini lucchesi e Cavaliere della Repubblica. Il musicista introduce le proiezioni audio visuali dei 4 lavori più significativi dell’artista italiano: La Traviata, Un ballo in maschera, Nabucco ed  Otello.

<<L’importanza di questo progetto, oltre che per l’anniversario della nascita del 10 ottobre, richiama anche al fatto che Verdi è stato una figura significativa nella storia della musica e del teatro in Uruguay>> dichiara il maestro Huertas. Infatti, la prima opera lirica presentata al Teatro Solis di Montevideo fu Ernani, composta nel 1844 e tratta dall’ omologo dramma di Victor Hugo.

Verdi strinse un grande amicizia con Josè Oxilia, un tenore uruguaiano figlio di immigrati italiani. Oxilia, durante questi anni, vivette in Europa e cantò più di trenta volte l’Otello, la penultima opera di Verdi ispirata alla tragedia di Shakespeare.

Omaggio Giuseppe Verdi 2

“Non conosco questo paese lontano chiamato Uruguay, ma so con certezza che Josè Oxilia è stato il migliore interprete di questa mia opera” riconobbe pubblicamente Verdi.

L’Uruguay, così come gli altri paesi del Sud America, è stato particolarmente influenzato dalla musica italiana. <<Il nostro territorio>>, continua Huertas, <<ha ereditato delle solide radici italiane, con il compositore parmense c’è un legame d’affetto molto particolare per un motivo: a Montevideo si trova il primo conservatorio che porta il suo nome>>.

Il nome dell’Istituto fu scelto il 5 settembre del 1890; la capitale uruguaiana “superò” Milano per un aneddoto molto particolare che segnò la vita del grande compositore. Il Conservatorio milanese passò alla storia per non aver ammesso agli studi Giuseppe Verdi nel 1832, le motivazioni furono varie: fu considerato troppo anziano avendo 18 anni quando l’età massima consentita per l’ammissione era di 14 e venne criticato per avere un’errata tecnica nella postura della mano. Fu l’offesa più grande che ricevette in vita e soltanto dopo la sua morte il Conservatorio potette dare il suo nome al grande autore.

Omaggio Giuseppe Verdi 3<<Il vero motivo dell’esclusione>>, spiega Julio César Huertas, <<è che Verdi era straniero, essendo nato nel Ducato di Parma>>. A quel tempo Milano faceva parte del Regno Lombardo-Veneto, una dipendenza dell’ impero austriaco. Durante i moti risorgimentali Verdi fu considerato da molti un simbolo nazionale per via delle su idee unitarie: W V.E.R.D.I. era una scritta molto diffusa in quegli anni e stava a significare “W Vittorio Emanuele Re D’Italia”, in un tempo in cui era proibito pronunciare il nome Italia.

Verdi fu membro del Parlamento del Regno d’Italia, in seguito venne eletto senatore e ricevette 3 importanti onorificenze. Morì a Milano nel 1901, durante gli ultimi anni della sua vita rimase disilluso nei confronti del processo di unificazione per non essere stato all’altezza delle aspettative.

<<In occasione del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi organizzeremo altre iniziative per ricordare questa grande figura della cultura italiana apprezzata in tutto il mondo>> ha promesso Michele Gialdroni, addetto reggente dell’Istituto Italiano di Cultura.

Matteo Forciniti Spazio Italia

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